Della spesa delle figure intagliate(437) mi fa arrossire V. S. E. a trattarne, anzi a pensarci solo. Altro harei volsuto fare, e speravo di fare se non ero di così sconvenevole fortuna in servire V. S. E.; la quale supplico che mi avvisi che devo fare delli scritti Dialogi che mi mandò(438), o, per meglio dire, con prima sicura occasione gliene rimanderò insieme con le originali approvationi(439) dello stamparli, sentendo che potranno esserli grate(440), come ammirabili sono gli ordini di Roma contro.
Un mio amico, che si diletta di cose astronomiche, è stato ultimamente nelle università di Pollonia e in Danzica e altrove, et ha trattato con tutti i primi matematici ivi, e trovatili tutti grandemente affetti al merito di V. S. E., e di ferma opinione universalmente tutti che tiene per vero il moto della terra; ma non sono cattolici.
La scrittura di V. S. E., stampata in Olanda vulgare e latina, ciò è quella che lei fece 20 anni sono a Madama G. Duchessa, non l'ho veduta e desidero sommamente haverla; però se di costà, come dubito, non si può havere, la supplico almeno di farmi sapere il nome di essa, perch'io la possa chiedere. Sì come desidero ancora conseguire un tratto il favore che V. S. E. mi accennò una volta, di poter dare una lettura a quelle postille fatte da lei circa il libro del P. D. Rocco(441): che se per haverle(442) bisognasse farne far costì copia, spero che il Sig.r Giovanni del Ricco mi favorirebbe di farmi trovare chi facesse la fatica, et a V. S. Ecc.ma ne resterei obligatissimo; e però ne la supplico, e di farmi sapere se mai alcuno perse tempo a rispondere alle gofferie del Chiaramonti(443). E resto facendoli reverenza e desiderandoli felicitadi e presto perfetta sanità con ogni grazia dal Cielo, che per lunghissimi anni ce la conceda in terra.
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