Son sicuro che V. S. non può stare senza contemplationi non più venute nelle menti de' filosofi per li documenti che n'habbiamo, et si valerà degli occhi et mano altrui per non lasciar sepolti thesori tanto pretiosi, che Dio sa se nel corso degl'anni mai più capitassero in uso degl'huomini. Prego Dio che la tenghi consolata et in tranquillità di animo, et con tal fine a V. S. molto Ill.re et Eccell.ma bacio le mani.
Ven.a, 17 Ottobre 1637.
Di V. S. molto Ill. et Eccell.maDev.mo Ser.r
F. F.
3579*.
FRANCESCO RINUCCINI a GALILEO [in Arcetri].
Venezia, 17 ottobre 1637.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVII, n.° 33. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re e P.ron mio Oss.mo
La lettera da V. S. inviatami con la sua gentilissima de' 10 non è stata recapitata in propria mano per error di un mio giovane, quale la portò al Padre Maestro Fulgentio, conforme haveva fatto l'altre; onde io di nuovo mandai al Padre Maestro, quale mi fece rispondere che la lettera sarebbe stata recapitata da lui stesso in propria mano: sicchè resti sicuro V. S. che è pervenuta dove doveva.
Intendo che le sue opere a quest'hora devino essere a buon termine. Mi dispiace solo di non esser stato soggetto habile a poterla servire in qualcosa; pure godo infinitamente di vedere condotto a fine quel che tanto ho desiderato, come dal Padre Francesco(462), che fu qui da me a' passati giorni, potrà intendere. Conosco veramente che di gran lunga trascendono la sfera della mia poca habilità; nondimeno la supplico a voler fare che io non sia de gl'ultimi a vederle, già che sono il primo fra' suoi servitori d'affetto e d'osservanza.
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