Ho scritto, già molti giorni, che mi ritrovo un occhiale di quelli di Napoli di gran perfezzione, e tale che non ho mai visto il meglio assolutamente, e m'offerivo a farne un dono al Ser.mo Gran Duca, con patto che se S. Alt.za ne haveva di megliori, me lo rimandasse; chè in altro modo non intendo di privarmene, se non a fin che questa gioia resti appresso S. A.za Non ho però mai hauto risposta dal Sig.r Dino.
Mi scrivono di Napoli che si sta sul condurre a perfezzione una lente, con speranza che habbia da riuscire molto meglio di quella che hebbe il Ser.mo Gr. D. per 70 scudi; ed io ho scritto che la voglio vedere e che me la mandino; se mi riesce buona, mi voglio impegnare per haverla.
Starò attendendo il Sig.r Andrea Arrighetti, col quale farò più d'una sessione con mio infinito gusto. Quanto alle cose mie(487), spero bene, e forsi avanti Natale: sto però talmente rimesso nella santa volontà di Dio, che non sento un minimo fastidio; e mi creda, Sig.r Galileo, che questa è la verità. Li prego dal Cielo la medesima e maggiore contentezza, e li fo humile riverenza.
Di Roma, il 31 d'8bre 1637.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo.
Devotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo del Ser.mo Gr. di Tosc.a
Firenze.
3590*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 31 ottobre 1637.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 106. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
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