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      Hoggi il mondo è fatto per un certo verso, che io ci perdo la scherma affatto. Credo che l'istesso M.r Lorenzo ne scriva a V. S.: però lo mandi, chè io non mancarò servirlo dove potrò, conforme alli infiniti oblighi miei.
      Tengo lettere di quel Signor francese(502), medico del Sig.r Conte di Novaille, quale non finisse di stupire del valore e sapere di V. S. Ecc.ma, e posso assicurarla che è galantissimo huomo, e la servirà di buon cuore.
      Ho hauto infinito gusto del nuovo scoprimento nella luna(503); e quando si potranno sapere i periodi di quelle mutazioni, mi saranno carissimi come gioie preciose. Li voglio ancor io dire una certa fantasia, che mi passò per la mente con occasione che io osservai la luna vicina al primo quarto nel mese passato, e viddi cosa che mai m'era riuscito poterla vedere, dico il lume secondario; che se bene V. S. Ecc.ma dice nel suo Nuncio Sidereo che debilis admodum et incerta conspicitur(504), in ogni modo non m'era mai riuscito vederla, ed allhora la viddi molto bene. E facendo riflessione a quanto ella pure nei Dialoghi(505) accenna della medesima luce secondaria, assai più conspicua e lucente la mattina che...(506), e ne adduce per ragione e cagione l'esser in quel tempo illuminata la luna dal reflesso di vastissimi continenti della terra, giudicai ancor io a' giorni passati, che ritrovandosi la luna meridionale dovesse essere illustrata dalla terra, e però mi venne in mente che le terre meridionali, a noi incognite, debbino essere vastissime provincie, e che però riflettino gagliardo lume nella luna.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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