Nel resto, io e Caterina, mia consorte, la salutiamo caramente, come fo ancora col S.r Vincenzo e S.ra Suor Archangiola, a' quali tutti prego da Dio ogni vera prosperitą e salute.
Di Roma, li 14 Nov.re 1637.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo et Oblig.mo Ser.re
Lorenzo Ceccarelli.
3599*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 14 novembre 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 346. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Ho le carissime lettere di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma di 7(510). Ho dato subito ricapito alle collegate.
Mi dispiace la perdita di quei fogli: l'istesso č accaduto anco a me, che di certa operetta mi č capitata la mitą solamente, perdutosi il resto. Sollicitarņ il S.r Giusti(511) per il supplimento.
Le meditationi fanno in me effetto contrario che in V. S., perchč la notte vi entro e mi portano al sonno con molto gusto, che senza di quele non lo ritrovo, e mi crucio in pensieri del mio carico, che versa sempre in contese. Credo sia la diferenza, perchč le mie sono ramemorationi di cose d'altri, e la maggior parte, per non dire tutte, delle inventioni di V. S.; perciņ l'intelletto č sicuro di poterci con facilitą ritornare: ma quelle di V. S. rapiscono tutta l'intentione, e l'una tira l'altra. Ma, buono Dio, che cose rare et ammirande mi accenna essa della luna? et che sete mi eccita di intenderne qualche maggior particolare? Poichč io non ho nč sito nč tempo nč occhio per osservarle, se V. S. non mi risveglia, sendo la mia natura assai docile al seguire le inventioni d'altri, con qualche giudicio tra loro, ma puoco atta all'inventione, e le mie occupationi anco mi impediscono; ma quando incontro in di queste novitą, ne ricevo gusto inestimabile.
| |
Caterina Vincenzo Suor Archangiola Dio Roma Nov Oblig Ceccarelli Firenze Giusti Dio
|