Ma sono tanto grosso di cervello, che non m'arrischio di affermare cosa nessuna di certo; e però starò aspettando di sentire da V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma il compito stabilimento ancora di questa novità, cioè osservata da lei di nuovo. E con questo li fo riverenza caramente.
Di Roma, il 5 di Xbre 1637.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maS.r Gal.o
Devotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.° Filosofo di S. A. Ser.ma
Firenze.
3614.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 5 dicembre 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 65. - Autografa a partire dalla lin. 30 [Edizione Nazionale], meno l'indirizzo interno.
Molto Ill. et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Ebbi le lettere gratissime di V. S. molto Ill. et Eccell.ma d'i 21 passato(550). La sua pensioncella l'ho già ricevuta col far dare sicurtà dall'Ill.mo Baitello a quel sciagurato dell'Arisio che V. S. è viva, e col farli il debito rabuffo che stimi gl'altri poco huomini da bene, come forsi è lui. Per il violino che desidera nel suo passare di qua il Sig.r suo nepote, ho trattato col maestro de' concerti di S. Marco, il quale mi ha detto che di quelli da Brescia è facil cosa haverne, ma che quelli da Cremona sono incomparabilmente li migliori, anzi che portano il non plus ultra; et ho ordinato col mezo del Sig.r Monteverdi(551), maestro di capella di S. Marco, che ne faccia venir uno col mezo di un suo nepote che è in Cremona, di onde è nativo.
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