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      Tra tanto non manchi di avvisarmi delle osservazioni ch'ella giudica potersi far da per me solo, poichè ella sa benissimo che patet undique caelum, nè io tralascierò cura o diligenza alcuna, per me possibile, nel servirla.
      Ho veduto ultimamente una nuova Apologia del Chiaramonte in diffesa d'alcuni errori da lei nel suo Dialogo accennatili(557), e m'è parsa così bella che m'ha cavato di mano il seguente sonetto in lode del'autore. Leggalo V. S., e le serva per trattenimento. E le bacio le mani.
     
      Di Genova, li 11 di Xmbre 1637.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAffettuosiss.mo Ser.re
      D. Vincenzo Renieri.
     
      Un certo da Cesena, un ser cotaleCh'ha scritto di Tichone e del Keplero,
      E 'n algebra trovando il cubo al zeroHa spacciati ambidue per senza sale;
      S'era creduto, il povero stivale,
      Che 'l Ciel fosse di vetro intero intero,
      E ch'ogni cerchio suo tondo e legieroTolta havesse l'idea dal'orinale.
      Quindi è che le comete e travi acceseScrisse nella bell'opra Antiticona
      Esser loffe terrestri in alto ascese.
      Falli dunque, ser Febo, in Elicona
      (Poich'anche a trarti ogni tua macchia attese)
      Di midolla di trippe una corona.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo mio Sig.r e P.ron Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      3618.
     
      BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 12 dicembre 1637.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 358. - Autografa.
     
      Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
     
      Ho riceuta la lettera di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma, dalla quale con gusto mio particolare ho inteso l'approvazione che ella fa di quel mio pensiero e coniettura, che nelle parti meridionali del globo terrestre siino vaste provincie di continenti e terre(558): frutto però che depende totalmente dalli alti concetti di V. S. Ecc.ma Mi dispiace bene infinitamente che quelli occhi, che sono tanto benemeriti, si vadino perdendo, e lodo Dio che li conservi l'intelletto più lucido e perspicace che mai a contemplare le Sue grand'opere, a beneficio universale di tutta la filosofia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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