Monsieur,
De Paris, ce 1.
Vostre tres acquis et tres affectioné Serviteur
Noailles.
Fuori: A Monsieur,
Monsieur Galilei, premier Philosophe et Mathematicien de S. A. Monseig.r le Grand Duc de Toscane. F.
3635.
GALILEO a ELIA DIODATI in Parigi.
Arcetri, 2 gennaio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V, T. VI, car. 70t.-71t. - Copia di mano di VINCENZIO VIVIANI, che vi premette questa notizia: "Il Galileo all'amico di Parigi ne' 2 Gen.o 1638, al romano, con lettera d'Arcetri, di carattere del suo amanuense, ma sottoscritta di sua mano, lo ragguaglia di accidente memorabile, meritevole della commiserazione di tutti; che però l'ho stimato degno di trascriverlo, in esempio dell'infelicità della umana condizione". Sul margine poi il VIVIANI nota: "Gal.o 2 Genn.o 1638 a Nativ.te Risposta alla de' 20 9bre(594)". Questa copia s'arresta alle parole: "tutte in un volume": invece nello stesso codice, a car. 33t.-34r., si ha un'altra copia, pur di mano del VIVIANI, che giunge fino alle parole: "cosa che a me sarà gratissima", e a car. 87t. il VIVIANI ha trascritto l'ultima parte, incominciando così: "... i miei ultimi Dialogi" e terminando con le parole "co' SS.i Elsevirii". Infine, sempre nello stesso codice, a car. 217r., le lin. 1-21 si leggono copiate da un amanuense del VIVIANI.
In risposta all'ultima gratissima di V. S. molt'Ill.re delli 20 9bre, intorno al primo punto ch'ella mi domanda, attenente allo stato della mia sanità, le dico che quanto al corpo ero ritornato in assai mediocre costituzione di forze; ma ahimè, Signor mio, il Galileo, vostro caro amico e servitore, è fatto irreparabilmente da un mese in qua del tutto cieco.
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