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      Ho sentito che tal pietra vien da molti chiamata lapis Bononiensis; però se mi accerterà che in quelle parti se ne possa trovare, non mi mancheranno padroni de' quali mi possa promettere ogni favore. Rimando intanto a V. S. la sua lettera(600), e con un affettuoso ricordo dell'osservanza che le porto, gli bacio di cuore le mani.
     
      Venetia, 2 Gen.° 1638.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo Galilei.
      Dev.mo et Obb.mo Se.reFran.co Rinuccini.
     
     
     
      3639**.
     
      ANNA MARIA VAIANI a [GALILEO in Arcetri].
      Roma, 3 gennaio 1638.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 279. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.r mio P.rone sempre Oss.mo
     
      La molta gentilezza e cortesia del Sig.r Arrighetti(601) m'ha fatto pigliar animo di riverire V. S. con questi doi versi, sì per significargli come l'affetto grande, che havevo verso di lei, si è sempre conservato e conserverà fin ch'Iddio mi darà vita, come anco per rallegrarmi del suo bene stare, il che tanto desidero e bramo molti anni.
      Il P. D. Gio. Battista, romito di Monte Sanario(602), mi fece una volta una raccomandatione da parte di V. S., del che la ringratio sommamente e gli resto con infinito obbligo. La prego di conservarmi nella sua buona gratia, quale stimo più di qual si voglia cosa, a bene ch'io ne sii del tutto inmeritevole. Nondimeno, confidata nella sua benignità, spero che la mi farà questo favore, supplicandola insieme, dove la mi conosce buona, di honorarmi de' suoi comandi, che haverò grandissima ambitione di poterla servire, come anco, se la dimandita non è tropo inpertinente, doi versi di sua mano, quali conserverò come una reliquia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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