..(618), per ordine della Sacra Congregazione, fuori di Firenze, ed essendo dopo una longa infermità corso il pericolo della vita e perso affatto la vista, come per le congionte fedi de' medici è manifesto; per tanto, ritrovandosi in estremo bisogno di medicarsi, ricorre alla clemenza delle VV. Em.ze, humilmente supplicandole a fargli la grazia della liberazione in questo ultimo miserabile stato ed in età decrepita. Che restarà obligato pregare Dio per le Em.ze VV.
A tergo: Alli Em.mi e Rev.mi Sig.ri Card.li del S.o Off.oPer
Gal.o Galilei.
3645*.
ALESSANDRO NINCI a [GALILEO in Arcetri].
S. Maria a Campoli, 9 gennaio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Appendice al Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 143. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
Se le condoglienze apportassino qualche alleviamento a chi ha il male, mi sforzerei di rapresentare a V. S. come nell'intendere il nuovo accidente della sua cecità l'ho compatita come padre amorevolissimo, che così richieggono i favori e benefizii singulari che da lei ho ricevuto e continuamente ricevo; ma perchè io mi persuado che questi ofizii non sieno medicine a proposito, anzi possino più presto esacerbare che levare il dolore, più volentieri mi appiglio al rimedio che V. S. mi accenna, di ricorrere a Dio, che è fonte e origine d'ogni vera consolazione. Piaccia dunque alla divina Bontà di consolare V. S. in questa tribolazione, sì come io ne' miei Sacrifizii instantemente La suplico; e spero che sì come V. S. s'è acquistata fama eternamente singulare nelle scienze e in altre virtù, così anche sia per dimostrarsi esempio singulare di pazienza.
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