Como, 3 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 22. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e mio S.re Col.mo
Sento dire non so che altra inopinata novità, parto della profondità de' suoi studii, cioè che si siano da lei osservate le macchie lunari mobili(661). Vengo, dopoi tanto silenzio, a riverirla e pregarla farmene scriver qualcosa, desiderando sapere il modo di questa osservassione, e quando vedranno le stampe le altre sue filosofiche fatiche.
Non più, per non esserle molesto. Sto qua in angolo ancora per 3 mesi. Se il P. Francesco(662) delle Scole Pie è seco, godo che si nutrisca a cibo così solido. Et li bacio le mani.
Como, 3 Febr.o 1638.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevot.mo Ser.re
D. Antonio Santini.
3670.
FRANCESCO PICCOLOMINI a [GALILEO in Arcetri].
Presburgo, 6 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 79-80. - Autografa.
Molt'Il.e et Ecc.mo Sig.r et P.n Col.mo
Qual disgusto ricevano l'affetionati all sommo saper di V. S., che li sia mancato quella più nobil parte che sia nel'huomo, non si puole da me a bastanza esprimere; ma vedendo che da V. S. sono state conosciute l'intime segretezze(663) della vera filosofia, si sa che con francheza si sopporta questo danno, che però non è suo particolare, poichè, sì come il mondo per quelle luci ha potuto scoprire le reali ville del cielo, così ora deva rimaner chiusa(664) la strada. Ma replicando le forze dell'accidenti humani(665), ne rendo gratie al Sommo Motore, che almeno ci resti quella luce che più splende tra' viventi, nella profonda immaginatione.
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