Soggiunse Sua Altezza: "Potrebbe anco essere; ma io ne rinfonderò di nuovo per il Sig.r Galileo". Questo fu mercoledì o giovedì passato, che l'uno e l'altro giorno fui a Palazzo, chiamato dal Gran Duca. Di presente, da venerdì in qua, la Corte si trova a Livorno, e si crede per tutto carnovale. Io ancora fo diligenza di vini nobili, e s'io non potrò haver cosa da agguagliarsi a quella malvagia, le manderò al meno il miglior greco ch'io possa trovare.
Il Sig.r Marsilii(686) partì di Pisa ne' bei primi giorni ch'io ci arrivai; però non mi successe visitarlo e conoscerlo di presenza, sì come io lo conosco per fama dalle nobili relazioni di V. S. Tornerà di Siena a quaresima, e passerò seco tutti gli offitii.
Io persi i 6/7 del mio stipendio della prima terzeria, per non haver io letto se non 4 lezioni delle 28 che sono state; ma acquistai altrettanto dalla benignità del Gran Duca, il quale si risolvette a darmi di propria borsa i più di 70 scudi che importava la perdita; poichè il Sig.r Auditor Fantoni(687) rappresentò ardentemente che pur troppo segnalata e scandolosa gratia era stata il comportare ch'io mi trattenessi a Firenze i primi due mesi e più, et anteposto al benefitio universale et al mio obligo publico il mio privato interesse; che per suo rigore e zelo di riordinar lo Studio, si eran perso parecchi dottori il denaro di qualche lezione da principio trascorsa; che n'andava di scrupolo di conscienza il concedere a lettor novelli, non benemeriti dello Studio, il denaro di lezioni non lette, dependente da rescussioni di decime ecclesiastiche: sì che in somma il Ser.mo Gran Duca, risoluto pure di volermi honorare di benigna singolarità, doppo l'havermi un pezzo difeso, si rivolse a farmi il donativo del suo per mezo del Sig.r Benedetto Guerrini.
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