Dalla mia carcere di Arcetri, li 20 Feb.o 1638 a Nat.teDi V. S. Ill.ma
Ill.mo Sig.r Alfonso Antonini. Ud.eDevot.mo et Obligat.mo Serv.re
Galileo Galilei.
3685.
PIER BATTISTA BORGHI a GALILEO in Firenze.
Roma, 20 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 30. - Autografa.
Molt'Ill.re ed Eccellent.mo Sig.r e P.ne Colend.mo
La consolazione che io sento nel veder le lettere di V. S. molto Ill.re mi vien tanto amareggiata dalla lezione de' suoi travagli, che son constretto a risponder succintamente alla compitissima sua degli otto corrente, ricevuta l'ordinario passato. Sig.r Galilei mio Signore, io non son bono ad altro che a compatire e piangere; ma se il mio sangue, et il sangue del cuore, fosse buono per rendere la sanità ad un tanto huomo come è V. S. molto Ill.re, vorrei con questo comprarmi l'immortalità, e restituendo in un stato sano il Sig.r Galileo, che tanto giova al mondo, sgravar questo di un peso inutile come ci sono io.
Qui accluso le mando il consulto del Sig.r Giovanni Trullio(706), fatto sulla lettera della quale V. S. molto Ill.re mi ha favorito, e potrà conferirlo con cotesti SS.ri medici e chirurgi, e poi farne quello che la sua prudenza le detterà. Io e tutti in Roma ascoltiamo questo huomo come un oracolo, per i miracoli continui che fa. Spera egli che senza dubbio resterà V. S. libero da questo fastidio in poco tempo; e V. S. molto Ill.re mi farà grazia di andar scrivendo i progressi della cura, a fine che possa di mano in mano consultare. Egli desidera con questa occasione dedicarsi servitore a V. S. molto Ill.re, afine di goder del patrocinio di quello le cui virtù per l'adietro ha tanto ammirato.
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