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Desiderarci sapere che arme fa il S.r Galileo, con i colori, per metterlo in uno suo ritratto ch'io ho fatto fare(710).
3687*.
ROBERTO GALILEI a GALILEO in Firenze.
Lione, 21 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 191. - Autografa.
Molto Ill.e mio Sig.r e Pad. Oss.mo
La gita passata mandai a S. S.a un pieghetto del S.r Elia Diodati, che credo lo doverà havere ricevuto, come feci io quello che Sua SS.a mi ha mandato con la gratissima sua de' 23 passato per esso Signore, al quale subito mandai a suo destinato viaggio, come doverà vedere per la risposta. M'è stato ancora di gusto havesse ricevuto quella lettera del Rev. P. Mercena(711). Il libro lo consegnai a M. Rabout, Consolo di Fransesi a Livorno, sotto coperta del'Ill.mo S.r Cav.r Gondi(712), il quale ricevendolo gli ne farà subito havere. Esso S. Rabout ha tardato in alcuni luoghi della Provenza e Linguadocha per fare inregistrare e verificare alcune autorità ottenute in Corte; non di meno lo tengho a quest'hora arrivato, e S. S.a haverà ricevuto esso libro.
Resto poi con mortificasione estrema, havendomi descritto lo stato della sua grave indispositione. Spero in Dio che entrando adesso nella primavera, nella quale stagione il sole piglia forza sopra il nostro orizonte, fa nascere e riverdire tutta la terra e fa ricuperare le forze a tutti li indisposti e sconvalecenti, risana li malati, tengho di sicuro che S. S.a ne deva ancora essa sentire sollevamento grande, come da Dio gli ne agurio con ogni altro suo bene.
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