Di Lione, questo dė 21 di Feb.o 1638.
Di V. S. molto Ill.eS.r Galileo Galilei.
Aff.mo e Dev.mo Ser.re e Parente
Rub.to Galilei.
Fuori: Al molto Ill.e Sig.r e P.ne Oss.moIl S. Galileo Galilei, Mat.co primo di S. A. S.
Firenze.
3688.
DINO PERI a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 24 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 277. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Io sento passione grandissima che all'impedimento della vista di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma sia aggiunta cosė ostinata lacrimatione, e pių una tanta vigilia e una tanta intemperie di testa che la renda offesa da ogni minima applicatione. Vorrei potergnene restaurare col sangue mio proprio: ma qui non posso se non condolermi, e con tutto il mondo, che il gran Galileo di merito immortale non venga immortalmente difeso e conservato.
Ricevei risposta da D. Benedetto sino otto dė sono del vetro rihauto e dell'avviso dato a S. Sig.ria Rev.ma, che per essere inferiore a i due migliori del G. Duca e garreggiar col terzo(713), non era da S. Alt.za stato accettato; che se era superiore a tutti, sicuramente non gnene rimandava indietro.
Godo della risolutione degli Elzevirii etc., e ne gode il Sig.r Pieralli e il Sig.r Marsilii, che č ritornato da Siena et č stato visitato da me e ritrovato quale pių volte mi ha rappresentato V. S., cioč laudabilissimo. Mi dice che il Ser.mo Principe Leopoldo habbia appresso di sč una sfera Copernicana. Sua Altezza col Gran Duca e tutta la Corte si trova ancora a Livorno, donde di dė in dė viene aspettata.
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