Voglio sperare nella misericordia di Dio e nella paterna carità di questo S.mo Tribunale, che ella restarà consolata; e sia come si voglia, mi rallegra quella massima nobile che mi scrive: Piace così a Dio, deve piacere ancora a noi. Saldi in questo punto, Sig.r Galileo, chè non possiamo mai essere soprafatti da traversie di sorte alcuna. Haverò però caro sapere come sia passato il tutto, e in tanto non mancarò implorare la misericordia di Dio, che ci conceda il colmo delle vere grazie e consolazioni. E li fo humile riverenza.
Roma, il 27 Feb.o 1638.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma(716)
S.r Gal.o Gal.i
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r [Galileo Gal]ilei, p.o Fil.o del Ser.mo Gr. D.
Firenze.
3690**.
FULGENZIO MICANZIO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 27 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 85. - Autografi il poscritto e la sottoscrizione.
Molto Ill. et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
La collegata doveva mandarsi lo spazzo passato, ma non mi fu trasmessa a tempo. Mi dice il Giusti(717) libraro, che in Livorno sono già arrivati alcuni libri, che li sarano mandati di qua, e crede riceverli avanti finisca la quaresima. Mi giova credere che tra quelli siano li Dialoghi di V. S. Eccell.ma(718), poichè se per la via di Parigi haverà il Sig.r Elzivier ricevuta la dedicatoria e l'ultimo compimento, è credibile haverà finita l'opera, la quale viene aspettata con grand'ansietà(719) da quei pochi che hanno gusto della materia e speculacioni pellegrine.
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