Egli però stima che debba sentirlo alla venuta della stagione migliore. Li dirò una cosa ridicola, ma ricordata già dal nostro buon Pietro Asselineo(720), di cui V. S. deve haver memoria; et è, tenersi sotto il guanciale sempre un poco di pan biscotto, et avanti l'ultimo sonno mangiarlo, sì che sopra vi si dorma qualche poco. Non potrei esprimere a V. S. quanti in prova ne hanno ricevuto servitio, particolarmente in questo di asciugar gl'humori. Se sapessi di meglio, benchè fosse con parte del mio sangue e della mia vita, può creder V. S. che lo raccorderei, sicome non posso deplorar sufficientemente la perdita della sua sanità, quale gli prego ristorata dalla mano del Signore Iddio con tutto il mio affetto: e le baccio le mani.
Ven.a, 27 Febraro 1638.
Di V. S. molto Ill. et Eccell.ma
Ho informatione di due che sono guariti con l'applicatione di un vessicatorio dietro nella coppa; ma è potente revulsione, nè senza dolore: ma fa l'effetto presto. Credo però che quegl'Ecc.mi medici costì haverano considerato tutto.
Dev.mo Ser.
F. F.
3691**.
ALESSANDRO NINCI a [GALILEO in Arcetri].
S. Maria a Campoli, 27 febbraio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 148. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
Ricevetti le bottarghe, che veramente sono cosa esquisita; onde ringrazio V. S. quanto io posso, mentre le vo godendo per suo amore.
Ancora non è tempo di poter trovare agnelli o capretti in questi paesi, e tanto meno di verso Radda, d'onde cavai gl'ultimi raviggiuoli, che erano ancora del frutto dell'anno passato; e innanzi Pasqua non credo si habbi a trovar cosa buona.
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