E facendoli con questo le dovute reverentie, li pregherò da N. S. ogni vero bene.
Di Lione, questo dì 30 (sic) Feb.o 1638.
Di V. S. molto Ill.eSer.re Aff.mo e Par.te Dev.mo
Rub.to Galilei.
3694.
ALFONSO ANTONINI a GALILEO in Firenze.
Saciletto, 3 marzo 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 88. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Rendo afettuosissime gratie a V. E. Ecc.ma dell'honore che mi fa di mandarmi la sua nuova osservatione nella luna(726); e può ben esser sicura che il mio desiderio di vederla publicata deriva da buon zelo, che altro non può cadere nell'animo mio. Non resti V. S. Ecc.ma di far parte al mondo dei nuovi frutti della sua virtù incomparabile, perchè sì come la sua gloria è giunta al sommo, così sono giunti la invidia e 'l livore, seguaci indubitabili; sì che i suoi nuovi parti possono ben acrescere il beneficio all'universo, ma non acrescer quelli. Io riserbarò questa apresso di me, poichè così V. S. Ecc.ma desidera; ma parmi un gran peccato il defraudarne lei del merito, e i curiosi del contento.
Mi dispiace intimamente del male sopravenutole agli occhi, che mi fa dubitare che la invidia sia passata fin nella natura. Queste tenebre sono di gran duolo a chi l'ama, ma funeste agli indagatori delle cose celesti. Dio renda a lei quel lume, che ha servito di tanto lume a tutti gl'ingegni.
Io confermo a V. S. Ecc.ma il mio antico sviscerato afetto; et l'assicuro che sì come tutti quelli che hanno osservato o che osservano il cielo cedono a lei, così io non cedo ad alcuno di quelli che osservano la sua virtù e 'l suo merito.
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Lione Feb Dev Galilei Firenze
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