Volse intanto che il Padre vedesse i suoi occhiali, e disse S. A. che, per sapere come il Padre era de' seguaci del Galileo, gne ne voleva donare uno, e buono bene; e così gne ne donò uno, contrassegnato de' migliori fatti da Tordo(731). Il P. Francesco ringratia però V. S., riconoscendo da lei in gran parte questo donativo. Altre nuove ancora potrei dare; ma il Padre medesimo, che non starà molto a ritornar costà, gne ne racconterà pienamente a bocca.
Il Sig.r Marsilii(732) non l'ho veduto doppo questa lettera di V. S. Il Sig.r Pieralli(733) è stato parecchi dì a San Miniato, donde è tornato stasera, e l'havrò qui a cena. Presenterò all'uno e all'altro i saluti di V. S.; e perch'io so l'animo loro, mi muovo anticipatamente a ringratiarla e a risalutarla con singolare affetto. Io poi me le inchino con devotissimo cuore, e con humilissima reverenza le bacio la mano.
Pisa, 3 Marzo 1637(734).
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo e Devotiss.o Ser.re
Dino Peri.
3696.
VINCENZO RENIERI a [GALILEO in Arcetri].
Genova, 5 marzo 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 90. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio S.re e P.ron Col.mo
Sarò breve per esser ritornato di villa, dove son stato alcuni giorni, riserbandomi a scriver più a lungo con altro ordinario.
Dalla prima vista della sua lettera non ho ben compreso il modo di misurar le distanze col'occhiale, ma forsi col por in opra lo strumento l'intenderò meglio. Tra tanto m'avvisi se la righetta va contro l'occhio libero, perchè contro al'occhio del telescopio non mi par che si possa accommodare.
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