Con tutto ciò invigilerò come devo, affinchè sia eseguito quanto viene imposto da Sua Beatitudine e da V. E.: alla quale aggiongo che il medesimo Galileo si raccomanda assai per poter farsi portare nei giorni di festa, per quanto le sarà permesso dalle sue indisposizioni, a sentir messa in una chiesa piccola, lontana da 20 passi dalla sua casa, e m'ha richiesto di supplicarne, come faccio, V. E. E qui umilissimamente me le inchino e bacio la veste.
Fiorenza, li 10 Marzo 1638.
Em.mo et Reverend.mo Sig.r Cardinale
Francesco Barberino.
Umilissimo, Devotiss,mo Obbligatiss.mo,
Fra Giov. Fanano, Inquisitore.
3705**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 13 marzo 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 44. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Tengo per fermo che V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma haverà hauta la grazia fattagli da questi Signori e da Dio benedetto di potersi ritirare in Firenze e medicarsi(745); sì che non ha occasione se non di consolarsi e rallegrarsi ed assicurarsi che gli officii fatti sono stati buoni e conforme al bisogno. Lodato Dio d'ogni cosa; e veramente qua il Sig.r Assessore(746) ha portato il negozio con carità ed affetto.
Il Sig.r Borghi e Sig.r Magiotti li fanno riverenza, e si rallegrano d'ogni suo contento. Io poi starò aspettando il discorso promessomi delle apparenze lunari(747), quando però non sia d'incommodo a V. S.: e li fo riverenza.
Di Roma, il 13 di Marzo 1638.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
S.r Galileo Galilei.
Devotiss.o ed Oblig.mo(748) Ser.re e Dis.lo
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