Ma anco in questo vegga V. S. la disgratia. Il vassello ha fatto scala a Livorno, et ivi apunto ha lasciata la balla sudetta che doveva portar a Venetia; onde convien havere buona patienza et aspettare che di là venga, come si è dato l'ordine. Mi pare però impossibile che V. S. non ne habbia sino adesso ricevuti.
Io son immerso in occupationi piene di disturbi, che non mi lasciano pensar ad alcuna galantaria. E con tal fine a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma bacio le mani.
Ven.a, 7 Maggio 1638.
Di V. S. molto Ill.re et Eccell.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.reF. Fulg.o
3727**.
GIO. GIACOMO PORRO a [GALILEO in Arcetri].
Monaco, 7 maggio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., Nuovi Acquisti, n.° 36. - Autografa.
Molt'Ill.re Sig.r mio Oss.mo
M'è rincresciuto molto l'haver inteso l'indispositione tanto di V. S. quanto del Sig.r Alberto suo nipote, e vorrei poter (bench'impossibile) esser buono con le mie forze a liberar ambidoi da questi travagli: mi do però a credere che la prudenza loro non prenderà ciò solo per visitatione divina.
V. S. tiene qua la risposta dal Sig.r Conte Foccari(789) e di suo nipote minore(790). Poich'il Sig.r Alberto non è andato a Roma, io giudicarei se ne retornasse, con occasione che di costì partirà un nostro della Corte per condur qua certi cavalli al nostro Ser.mo; tuttavia mi rimetto a quello che V. S. disporrà per salute del giovine.
Desiderarei ricever un favore da V. S. segnalato; ed è che mi facesse gratia mandarmi con tal occasione doi para di calzette di seta nera, ma delle più grandi che si trovino, che subito pagherò il costo al detto Sig.r Alberto.
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