Sino al presente non mi ha consegnato nè lettere di V. S. nè scritto di sorte alcuna; se mi consegnarà le traduttioni che V. S. scrive, immediatamente le metterò in mani del Sig.r Giusti(801) per il ricapito, et le francarò del porto, acciò quanto prima pervengano al Sig.r Elzivir, essendo la via consigliata dal Giusti(802) la più sicura et più spedita.
È stato a Venetia quattro giorni meco il Padre Fra Gio. Batta, uno de' nostri eremitti di Monte Senario(803), persona di gran buontà et di ottimo, ma giudicioso, zelo. Tra le altre sue condittioni ha questa, che è fedelissimo servo et sudito del Serenissimo Gran Duca; et ho sentito con grandissimo mio gusto a racontarli li favori che quell'Altezza fa a V. S. con le visite spesse personali. Io creddo questa una gran consolatione di V. S. nei suoi travaglii, et la prima doppo quella che deve ricevere da sè medesima, che è una cognitione delle cose naturali, et particolarmente dell'humanità, la più alta che forsi sia stata donata ad altri. Questa deve essere il suo pancresto, et tutto il resto acessorio; et fra questi può sicuramente honorarmi di collocar il mio devotissimo affetto, per il quale sempre son con lei con l'animo come con il più amato et stimato amico che io habbia, al quale prego instantemente ogni consolatione dal Signor Iddio. Et le baccio per fine le mani.
Di villa di Carpeneto, 28 Maggio 1638.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS. Galileo.
Devotiss.o Ser.
F. F.
3733*.
UGO GROZIO a GIO. GHERARDO VOSSIO in Amsterdam.
Parigi, 28 maggio 1638.
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