Io li faccio compagnia nella debolezza de' piedi, tanto a me più dolorosa quanto più presto mi ha soppraggiunta, restandomi a ragione di natura da penare più assai che non resta a lei. Lasciamoci governare a Chi il tutto rege, e passiamocela con quella maggiore tranquillità e franchezza di animo che sia possibile nel nostro stato, che tanto desidero a lei et a me; e con questo finisco, baciandole affettuosamente le mani e ricordandomele devotissimo servitore.
Di Bologna, il p.o di Giugno 638.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re e Disc.lo
F. Bon.ra Cavalieri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.oIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza,
ad Arcetri.
3738*.
BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO in Arcetri].
Roma, 4 giugno 1638.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXX, n.° 34. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Mando a V. S. molto Ill.e ed Ecc.ma le corde(810), delle quali credo restarà servita, per quanto mi dice quello che le ha comprate. Quello mazzetto dove sono le colorate, son quelle dal violino; delle altre, due mazzi soli si sono potuti ritrovare di quelle vecchie, le altre sono nove, però tutte buone e romanesche vere. Dice il mastro che si possa adoprare prima le vecchie, che in tanto le nove si vengono stagionando.
Ho parlato col Sig. Borghi nostro, al quale ho lasciata la lettera di V. S.: egli ha trattato con quel medico francese(811) suo amico, e m'ha detto ieri sera che scriverà a V. S. A lui mi rimetto; e non occorrendomi altro, li fo riverenza.
| |
Bologna Giugno Disc Bon Cavalieri Galileo Galilei Arcetri Arcetri Modena Campori
|