Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.e Dev.mo e Vero
Gherardo Saracini.
3742**.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 8 giugno 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 101. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.o
Scrissi per l'ordinario passato(813) a V. S. Ecc.ma, e doppo ricevei una sua, a me gratissima per intendere da essa come se ne va comportando con patienza li suoi travagli, alla quale molto compatisco, facendole anch'io compagnia per la parte mia. Non potrei ricevere maggiore favore e gusto, quanto potendola di nuovo godere per qualche giorno; ma io sono tanto indebolito de' piedi, che non posso fare due passi, non che venire costà: so che suppliranno eccellentemente per me il Sig.r Dino(814) et il P. Francesco(815), sogetti degni della di lei conversatione, quali mi converrà invidiare realmente, sì come in vano m'invidia lei della conversatione con l'Ecc.mo Liceti(816), prohibitami dalla mia indispositione. Fu però da me l'altro giorno e li feci le sue salutationi, e la risaluta caramente, compatendola anch'esso molto ne' suoi infortunii. Discorressimo lungamente sopra un'osservatione fatta da un Franzese, amico suo, circa le ombre del sole posto in due siti, cioè alto sopra l'orizonte, e basso, cioè intorno al detto orizonte; al quale se si opponerà un corpo ombroso, come, per essempio, una palla, che mandi la sua ombra in un piano, dal quale ella stia egualmente lontana nel sito basso et alto del sole, dice che l'ombra causata dal sole vicino all'orizonte è maggiore dell'ombra cagionata da esso nel sito alto; cioè che osserva che le larghezze delle ombre fatte dal sole nato di puoco, o che puoco doppo tramonta (nel qual sito appare maggiore per i vapori etc.
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