3745*.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 19 giugno 1638.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXX, n.° 35. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.
Ho fatta consegnare la lettera al Sig.r Borghi, ma non l'ho visto ancora. Credo che a quest'hora V. S. molto Ill.e ed Ecc.ma haverà riceute le corde(823): haverò caro intendere che siano state di sua sodisfazione, sì come ancora mi sarà di grandissima consolazione sapere come sia passato il favore che li ha fatto il Ser.mo Gran Duca.
Io continovo a star bene di sanità, ed assai quieto d'animo. La mia mutazione di titolo(824) è stata per servizio publico della religione, e però ne resto consolato; e così deve essere ancora a V. S. molto Ill.e, alla quale per fine fo riverenza.
Roma, il 19 di Giu.o 1638.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
S.r Gal.o Gal.i
Devotis. e Oblig. Ser.r e Dis.loDon Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo [....] Fil.o del Ser.mo Gran Duca di Tosc.a
Firenze.
3746*.
ROBERTO GALILEI a GALILEO in Arcetri.
Lione, 22 giugno 1638.
Bibl. Naz. Fir. Appendice al Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 194. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Resto veramente con mortificasione grandissima che quel libro del P. Mercena(825), mandato a V. S. per mezzo del S. Cav.re de' Gondi, si sia sì miseramente perso fra costì e Pisa, non per la valuta del libro, ma per la satisfatione di V. S. e del'autore. L'autore di esso è esso P. Mercena. Lettere sua non ce era con il libro, perchè anticipatamente le havevo mandate con mia lettere a S. S.a, la quale me ne disse la ricevuta.
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