Con che fine Dio vi guardi.
Ven.a, adij 3 Luglio 1638.
Di V. S. molto Ill.reSer.r Aff.mo
Gio. Reijusk.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.rIl S.r Galileo Galilei.
Fiorensa.
3756**.
TOMMASO CAMPANELLA a FERDINANDO II DE' MEDICI,
Granduca di Toscana, [in Firenze].
Parigi, 6 luglio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., Cimento. T. 27, car. 13. - Autografe le lin. 40-41 [Edizione Nazionale].
Serenissimo Gran Duca,
Da che io comminciai a gustar non volgarmente qualche verità del nostro mondo e del suo Autore, onde me vidi obligato richiamar la gente da le scole humane alla scola del primo senno divino, stimai ancora che io et ogni ingegno egregio portamo grande obligo a i Principi Medicei, che facendo comparir i libri Platonici in Italia, non visti da' nostri antichi, fur cagione di levarci dalle spalle il giogo d'Aristotele e per conseguenza poi di tutti sofisti, e comminciò l'Italia ad esaminar la filosofia delle nationi con ragione et esperienza nella natura e non nelle parole de gli huomini. Io, con questo favore fatto al secolo nostro, ho riformato tutte le scienze secondo la natura e la Scrittura, dui codici di Dio. Il secolo futuro giudicarà di noi, perch'il presente sempre crucifige i suoi benefattori; ma poi resuscitano al terzo giorno o 'l terzo secolo. Per tanto, havendo stampato molte opere in questo paese (ove Dio m'ha mandato, credo, per questo fine, e non per quel che gli huomini, ignari del secreto fatale, van dicendo), ho ardir d'inviar a V. A. Serenis.ma il secondo tomo(830), dove si tratta la filosofia naturale con novo testo, chiaro breve e forzoso, con le dispute aggionte contra tutti settarii del mondo e stabilimento de la filosofia Christiana, id est veramente rationale.
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