Io resto al commandamento di V. A., e li prego da Dio sempre maggior felicità, a ben di virtuosi e della patria commune Italia, che sempre ha ricevuto beneficii e più ne spera dalla prudenza e valor della Casa Medicea.
Parigi, 6 di Luglio 1638.
Di V. A. Serenis.maSe.re Divot.o et Humilis.o
Fra Thomaso Campanella.
3757**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 10 luglio 1638.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, cnr. 104. - Autografa.
Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Hoggi ho riceuta la scattoletta dei vetri, benissimo condizionata, inviatami dal Rev.mo Padre Abbate di Badia con le quattro piastre, e ne ringrazio V. S. molto Ill.re ed Ecc.maMi è stata carissima la nova che le corde non siino andate male, e desiderarò sapere la riuscita.
Non ho potuto ritrovare il nostro Sig.r Pier Batta Borghi, quale so che si turbarà assai intendendo l'ostinazione dell'infermità di V. S. Io ne sento quel dolore, e gli ho quella compassione, che ella si può imaginare.
Scrissi la settimana passata(835) del vetro che ingrandisse l'ogietto 90 volte più in altezza di quello che apparisce alla vista naturale: ne starò attendendo risposta. Hora gli do nova che credo di havere arrivato il segreto col quale il nostro Napoletano lavora i vetri; e quando ne sarò assicurato, subito ne darò parte a V. S., acciò rappresenti il tutto al Ser.mo Gran Duca. In tanto, non occorrendomi altro, li fo humilissima riverenza.
Di Roma, il 10 di Luglio 1638.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
S.r Gal.o Gal.i
Devotiss.o ed Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
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