Le traduzioni latine per le altre opere mie si vanno inviando di posta in posta per strada sicura al Sig.re Elzevirio. Starò attendendo di sentirne la ricevuta, come anco che l'intraprenda lo stamparle, poi che queste traduzioni mi stanno in meglio d'ottanta scudi di spesa, la quale non vorrei che fusse del tutto buttata via.
Mi maraviglio che il Sig.r Lodovico non m'abbia fatto qualche buona parte d'esemplari della mia scrittura a Madama. Staremo a vedere quello che seguirà del Dialogo ultimamente impresso; chè non posso credere che la realtà olandese non sia per corrispondere alla mia liberalità nel concedere le mie fatiche, le quali son sicuro che apporteranno guadagno non ordinario alli stampatori, che così è accaduto fin ora dell'opere mie, et il Dialogo sventurato s'è venduto qui et in Venezia sino a tre, quattro et anco sei scudi la copia.
Come per altra mia ho scritto a V. S. molto Ill.re, vana impresa del tutto sarebbe che il Sig.r Ortensio s'imbrigasse a venirmi a trovare; chè quando gli succedesse il trovarmi vivo (il che non credo), mi troverebbe del tutto impotente a dargli minima sodisfazione.
Finisco, amico mio caro et amatissimo: conservate la memoria mia come di persona che ha conosciuto e stimato i benefizi da lei ricevuti. Riverisca umilissimamente in mio nome gli Ill.mi SS.ri Noailles e Grozio insieme col molto R. P. Campanella, del quale il Ser.mo Gran Duca mi fece leggere una sua lettera scritta a S. A. Ser.ma(872), la quale io sentii con gusto.
Di Firenze, li 17(873) Ag.to 1638.
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