Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Non so se per ancora V. S. habbia inteso del meraviglioso cannochiale ch'hora vien fabricato in Napoli, il quale aggrandisce gl'ogetti più di gran longa di quello faccino gl'ordinarii cannochiali quanto si voglia perfetti; e perchè forsi non peranco sarà costì pervenutane la nova, io perciò, credendo fargliene cosa grata, m'accingo con la presente a darlene ragguaglio di quanto, per lettere del Sig.r Camillo Gloriosi(880) e d'altri, qui se n'è havuta informatione: e tanto più volentieri intraprendo questo ufficio, quanto che ciò mi serve d'occasione di ricordarle la mia divota osservanza verso di lei et il desiderio ch'ho di rivederla e rigoderla; il che, se Iddio favorirà a qualche mio pensiero, potrebbe essere forsi presto.
Hora si trova in Napoli una persona assai civile, chiamata il Fontana(881), la quale, senza alcun studio di matematica, ma guidata ed indutta solamente dalla naturalezza et inclinatione del proprio genio, s'è messa a polire vetri di cannochiali, et in tale arteficio è pervenuta a tanta eccellenza che con questi arriva a scoprire nel cielo cose nove e ad ingrandire straordinariamente l'altre. Imperocchè con uno di questi, di longhezza di 14 palmi, la luna appare grande quanto è il mercato di Napoli, il quale, benchè da me non visto, giudico però sia una gran piazza, et in essa si vedono distinte le cavità e le montuosità; Giove si è osservato apparer grande quanto la luna nella sua pienezza, et in esso le medesime o simili inegualità di parti che nella luna; Marte si fa vedere poco men di Giove, e nel suo centro si scorge una prominenza, come un velluto nero, che termina in figura di cono, e d'intorno vi stanno due cerchi o due fascie, tanto rubiconde che hanno sembianza di fuoco, e tutto ciò è mobile, atteso che non si mira sempre nell'istesso luogo.
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