S'intende(893) che un tale Sig.r Francesco Fontana in Napoli habbi talmente migliorato il telescopio, che scuopra in cielo cose nuove e massime ne' pianeti; e perchè mi scrivono che V. P. Rev.ma ha corrispondenza con questo tale, e ch'egli li habbi mandato uno di questi suoi occhiali per il Ser.o G. Duca, perciò la prego a farmi tanto favore di dirmi se è vero o no che quello trapassi di eccellenza quello che ha il Sig.r Galileo et anco V. P. Rev.ma, e che si vegga Giove con le inegualità delle macchie antiche della luna, Marte con un cerchio focoso intorno al suo centro, che dicono apparire oscuro, et altre cose, che non ardisco dire dubitando di non farla ridere. Non però voglio credere che non possi esser qualche cosa, ma sino che da lei non me ne viene fatto fede, non mi risolvo a darli credenza.
Lei mi favorì di duoi dissegni lunari, quali non ho più perchè li diedi al'Ecc.mo Liceti, che li mandò in Provenza ad un suo amico che professa di havere occhiale di smisurata longhezza, discoprendo anch'esso, come ha scritto al detto Liceti, cose non più vedute nel cielo. Io non posso ricordarmi se siano del detto Fontana, come vado imaginandomi, overo d'un altro ch'ella mi scrisse ch'era per fare tali dissegni più esquisiti. Comunque sia, la prego a favorirmi di questo et a ricordarsi qualche volta in coteste grandezze del povero F. Bonaventura, il quale se ne sta continuamente in casa, confinatovi dalla podagra che li ha tolto l'andare; onde mi consoli almeno con qualche sua lettera, a me cara tanto quanto possi esser l'haver nuova di un carissimo amico, patrone e maestro, alla cui gratia raccomandandomi, li faccio per fine humile riverenza.
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