Credo che presto ne ringrazierà V. S. per sue lettere(895), quali, subito mi saranno date, le farò tenere.
Io stimo mia fortuna particolare che mi si porga questa occasione, benchè piccola, di servirla, poi che non solo sono obbligato a farlo per seguitar l'esempio de' miei, che l'hanno sempre osservata e ammirata, ma per mio instinto particolare e per gl'onori che più volte ho ricevuti da V. S. e in Firenze e costì in Arcetri: però mi comandi pur liberamente, che lo riceverò a grazia particolare. Mi dispiace che doppo la mia partenza ella habbia persa del tutto la vista, che ha scoperto tante maraviglie al mondo.
Il Sig.r Elia Deodati, gentiluomo ripieno di tutte lo qualità che V. S. m'accenna, m'ha favorito di venirmi a vedere, e di più anco m'ha regalato il suo libro. Starò aspettando che da lui mi sia detto quello deva fare per suo servizio. Nel resto, se bene so che è superfluo e ch'ella o n'è informata o lo può presupporre, non voglio lasciar di dirle che la sua fama fra' virtuosi di queste parti è arrivata all'ultimo segno di venerazione e di gloria, e non ci è biblioteca dove non si vegga la sfera secondo il nuovo sistema.
V. S. mi conservi in sua grazia, mentre io prego Dio che mantenga ancor lungo tempo nella persona di V. S. la più gran prerogativa di questo secolo; e le bacio affettuosamente le mani.
Parigi, 7 Ottobre 1638.
Di V. S. molto Ill.reSig.r Galileo Galilei.
Dev.mo Ser.reFerdinando Bardi.
Fuori: Al molt'Ill.re Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
3795*
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