Questo mi fa pensare che l'Elzivir non habbi mancamento, ma o che non serva il tempo, o che habbi per via di Francia inviati a V. S. delli nuovi Dialoghi, o siano inviati di qua ma non ancora capitati; perchč ho memoria che mi scrisse, che la prima cosa che stampasse, era questo Discorso; pure adesso solamente capita.
Gran sventura de' letterati, che in questi nuovi scuoprimenti con l'occhiale napolitano(962) V. S. non habbi occhi, perchč haveressimo di giā qualche giudicio fondato, dove sin hora tutti spasimano d'haverne et non č chi meno ardisca citire.
Che fa il P. Castelli, il Cavaglieri, et altri, che non parlano? ma pių, che fanno li Giesuiti, inventori di tutto? hanno persa la favella? Cosė saria stato delle macchie solari, de' Pianeti Medicei, di Venere falcata, se non era il giudicio del nostro divino Galilei, pių linceo di giudicio che degl'occhi. Io moro di desiderio di sentir qualche cosa, ma non so da chi aspettarlo.
Habbiamo perso questi giorni il Sig.r Marc'Antonio Celesti, uno delli adoratori del Sig.r Galileo, et che non haveva paura nč in voce nč in penna maledir l'ignoranza e la tiranide di chi ha havuto cuore di molestare la fenice del nostro secolo e l'interprete della natura.
Ogni nuova di suo miglioramento mi č la pių desiderata. Le prego bene e bacio di cuore le mani.
Ven.a, 13 9bre 1638.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galilei.
Devotiss.o Ser.
F. F.
3813*.
RENATO DESCARTES a MARINO MERSENNE [in Parigi].
[Egmond de Binnen], 15 novembre 1638.
Dal Vol. II, pag. 433, 436, 439-443, 445, 446-447, dell'edizione citata nell'informazione premessa al n.° 2898.
| |
Elzivir Francia Dialoghi Discorso Castelli Cavaglieri Giesuiti Pianeti Medicei Venere Galilei Marc'Antonio Celesti Galilei Parigi Egmond Binnen Vol
|