Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Vivo con molto desiderio di sapere qualche buona nuova dello stato di V. S. Ecc.ma, et è meco a parte in questo desiderio l'Ecc.mo Sig. Liceti, che non mi vede volta che di lei con molta istanza non mi dimandi. Ho scritto al Rev.mo Padre D. Benedetto nostro per intenderne da esso; ma, o che le sue occupationi non glielo permettino, o perchè non sia costì, non posso da lui ricevere questo favore, come anco d'altre cose scritteli. Io perciò la supplico a darmi qualche nuova di sè, acciò potiamo restare consolati.
Io me la passo assai bene di sanità, fuorchè ne' piedi, che non posso caminare. Si consoli ch'io li fo compagnia nel suo male; chè se lei ha appannati io gli occhi, et io ho legati i piedi. Iddio, dispositore del tutto, sia quello che ci dia gratia di comportarlo patientemente. Quanto alli studii, non ho cosa di nuovo, essendo occupato nella lettura publica e privata, che non mi lasciano attendere a specolationi di mio gusto. Finisco con pregarle da Iddio sanità e lunga vita, e la riverisco, baciandoli le mani e salutando, se vi è, il Rev.mo Padre D. Benedetto.
Di Bologna, alli 23 Novembre 1638.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Serv.re
F. Bon.ra Cavalieri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.oIl Sig. Gal.eo Gal.ei
Ad Arcetri.
Firenze.
3815*.
FRANCESCO BARBERINI a GIOVANNI MUZZARELLI in Firenze.
Roma, 27 novembre 1638.
Dalle pag. 28-29 dell'opera citata nell'informazione premessa al n.° 3761. Anche l'originale di questa lettera era nell'Archivio dell'Inquisizione in Firenze.
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