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      Ma vi è di più, che da Agosto in qua sta in letto, gravemente infermo; et mi dice il Sig.r Baitello, haverlo veduto esso medesimo in stato molto miserabile. Li ho però fatto scrivere che si portarà tempo inanzi, ma che essendo stata ridotta la pensione a così poca somma, è dovere e voglio che paghi. Ma in fatti io medesimo lo compatisco, et so che V. S. fa il medesimo et poco cura questa minuccia.
      Io vorrei sentire megliori nuove dalla sua sanità, perchè se bene nelle sue lettere comprendo qualche picciolo ristoro, non è però quale ardentemente bramo; et la meglior consolatione ch'io incontro in questo è la sicurezza dell'animo tranquillo di V. S., la quale sa tanto delle cose humane, che sì come niun accidente gl'avviene inopinato, così son sicuro che non li riesce intollerabile. Sento bene nei discorsi di tutti li virtuosi et curiosi quanto sia grave il danno publico, che V. S. non goda la sanità et particolarmente quella degl'occhi; perchè con li nuovi scoprimenti di questo occhiale napolitano(977), haveressimo certo qualche consideratione et discorso degno del Sig.r Galileo. Mi pare però cosa strana che dal P. Castelli, che ha veduto et usato l'occhiale, dal P. Cavallieri et dal Glorioso non si habbi pur un verso sopra tale materia, nè meno dal Scheiner, che vuol saper tutto et essere il ritrovatore di tutte le novità. Questo mancamento in altri ci fa fede che non havressimo cosa alcuna ferma o ordinata nelle altre cose, se non fosse stato il divino ingegno del nostro sempre famoso Galileo, al quale il Signor Iddio conceda piena tranquillità et sanità ancora, se così è il suo beneplacito.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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