Lo invio a V. A., e con tale occasione rappresentole(25) la mia umilissima osservanza, dandole conto che sto in decretis di partir lunedė per Firenze con la mia famiglia, dove aspetto l'onore de' suoi comandamenti. E con la stessa umiltā m'inchino a V. A., alla quale prego da Dio il colmo d'ogni felicitā.
Di Siena, 12 Genn.o 1638(26).
Di V. A. Ser.maDev.mo Umiliss.o et Obblig.mo S.re
Iacopo Soldani.
3835*.
GALILEO ad [ELIA DIODATI in Parigi].
Parigi, 16 gennaio 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V, T. VI, car. 87t. - Copia di mano di VINCENZIO VIVIANI, che premette quest'indicazione: "G. G. 15 Gen.o 1638 ab Inc.ne".
Mandai al Sig. Elsevirio la traduzione latina del resto dell'opere mie, sentendo che aveva pensiero di ristamparle tutte in un volume. Non ho poi avviso nč della ricevuta nč d'altro.
3836.
GALILEO a ..........
Arcetri, 15 gennaio 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VI, car. 97b.-97d. - Copia di mano del sec. XVII. in capo alla quale si legge il seguente titolo: "Lettera overo Discorso del Sig.r Gallilei sopra l'occhiale di Napoli oltra nominato". La copia ribocca di errori grafici e di forme scorrette (come, per esempio, nelle prime linee, grattissima, statto, afflige, me domanda, essere statto osservate, diversse, longo, statto paghata, longezza, familliari, cierca al ingrandire, ecc.), che abbiamo corretto senza tenerne nota a pič di pagina.
Alla gratissima di V. S. molto Ill.re delli 18 Xbre, comparsami tre giorni sono, rispondendo, dico lo stato mio essere infelice et andare di giorno in giorno peggiorando in tutte le mie indispositione, che sono molte, et sopra tutte la total cecitā mi affligge perpetuamente, privandomi del poter operare nessuna cosa.
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