Gli mando ancora due ricotte, se bene saranno più proporzionate a' suoi denti che al suo stomaco; mentre co 'l fine, pregando a V. S. dal Cielo cumulata prosperità, con sincero affetto la reverisco.
Da S.ta Maria a Campoli, 14 Febraio 1638 ab Inc.neDi V.S. molto Ill.re et Ecc.ma
Devotiss.mo e Oblig.mo Se.reP. Alessandro Ninci.
3846.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Arcetri.
Bologna, 15 febbraio 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 129. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Mando a V. S. Ecc.ma la Vita del Copernico(54), acciò veda il corso di sì grand'huomo, perturbato non dimeno da varie molestie e traversie, e si consoli perciò anch'essa ne' suoi travagli. Ho salutato a nome suo l'Ecc.mo Sig.r Liceti, che la risaluta caramente, il quale dice, se bene si è messo a scrivere di quella luminosa e famosa pietra(55) per dirne il suo parere, non dimeno che non si presume di poterle dare in questo, nè meno in materia del lume e della luce in genere, quella sodisfattione ch'ella desidera, e perciò ne la pregarà a scusarlo, intendendo solo di dirvi intorno qualche suo pensiero o dubitatione.
Io poi la ringratio del buon concetto che ha di me, ch'io sia atto a continuare la sua maravigliosa dottrina del moto; ma se mi fosse lecito, direi che in questo s'ingannasse assai, conoscendo ben in me un intenso desiderio di applicarmivi, ma non quell'ingegno che vi si richiederebbe. Anzi stimo che come non si trovò alcuno che si conoscesse atto a finire l'opera di quel famoso pittore Apollo da esso incominciata, così forsi non vi sarà chi si conosca degno di dare quel compimento a così alta dottrina che vi potesse mancare, quando in alcun modo, il che non credo, ella si ritrovasse imperfetta, et io molto meno di tanti altri nobilissimi ingegni che hoggidì fioriscono.
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