N. S.re ha voluto forse in questo notarla singolarmente, perchè già tanti anni s'affaticò di fissare il sguardo ne' campi del cielo tra quelle occhiute zolle et scoprire a' posteri di quei secreti di natura non più saputi. Or su, le infirmità sono frutti del tempo e pena al constituto de' nostri corpi; e V. S., come piena di alto sapere, se ne conformerà a questo con ottima resignassione.
Mi pervenne un'operetta di V. S., con la versione latina fatta da amico e signor mio in Parigi(70), qual so essere caro a V. S. Mi querelai soavemente perchè prima non me ne havesse fatto copia, col passar lettere noi assai frequente, con questa occasione che si aspettava, o già era arrivato, in Roma l'altro libro suo de' Discorsi mathematici sopra le due nuove scienze, de' quali con gran pena, per esser absente, ne ottenni uno, e vado con mio singolar gusto vedendo. Ne aspetto da Parigi altre copie per sodisfare ad amici, ancora che qua si attenda poco a certa sottigliezza. Et in Venetia ancora hanno tardato assai o tardano a capitarne. Nel mentre fu stampato in Genova dal S.r Giob.a Baliani un trattatello(71), che quasi va in parte dimostrando qualche simil propositione. Ne inviai un essemplare, col mezzo del S.r Ambasciatore di Genova(72), all'amico nostro commune di Parigi, quale con lettere molto fresche mi dice haverne dato parte a V. S. come se non le fosse pervenuto a notitia; et ancora che ella non possa più curar certe cose, tuttavolta, se non l'havesse ricevuto, ne le farei pervenire copia.
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