Ma il P. Generale, doppo havermi rimostrato che il medesimo Padre ha pernottato più volte fuori di convento a instanza del medesimo S.r Galileo, ha procurato di rendermi capace che la licenza in scritto di poterlo fare di continuo non è concedibile, non tanto perchè è Padre giovine, come perchè questa introduttione è di cattivo esempio nella sua Religione, che professa osservanza grande delle sue constitutioni, e che i Padri più vecchi che sono costà se ne potrebbono lamentare; soggiugnendomi che hora vengono le giornate lunghe, e che quando non basti al S.r Galileo che il sudetto Padre si trasferisca alla sua villa una volta la settimana, può farlo chiamare o ordinarle che vi vada più spesso. Dice bene che se qualche volta bisognerà che vi pernotti, potrà farlo, come è seguito sin qui, ma che la continuatione di star fuori di convento a dormire non se li può permettere; et in questa conformità ne scrive questa medesima sera al suo Superiore di Firenze(86), supplicando reverentemente S. A. a perdonarli se non l'obbidisce come si conosce tenuto, con speranza che l'A. S. dovrà compatirlo e concorrere più presto col suo sentimento, mentre repugna d'indurre un cattivo esempio nella sua Religione. Et le bacio le mani.
Roma, 16 Ap.le 1639.
Di V. S. Ill.maObl.mo Ser.re
Franc.o Niccolini.
3867*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 17 aprile 1639.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta. Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 145. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
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