Con questo benedetto tramesso o casseta che s'aspetta, il Sig.r Giusti(87) libraro mi pare quell'Hercole negl'arrazzi, che sempre sta in ferir colla clava et mai fa colpo: ogni giorno mi dà speranza che dimani giongerà il S. Marco in porto, et mai ci arriva; et me ne struggo, perchè conosco la ragione, il desiderio et il giusto lamento di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma in questa aspettatione. Ma io non posso far altro.
Il prete Arrisio questa volta ha mantenuto la parola, et mi ha mandata la rata di Marzo passato; sì che mi trovo nelle mani, di ragione di V. S., piastre o scudi d'argento 15 et soldi dieci, che fanno li scudi 20 di lire 140, et oltre di ciò altri scudi 10 che già mi restorno, che V. S. non ne ha disposto: per il che commandi quello che se ne debba fare. Così vorrei poterla servire in cosa che fosse di suo gusto, et non in queste minuccie, che so che ella, intenta a cose maggiori, poco le cura.
Io sono stato dieci giorni a prender aria in villa, et me ne ritorno alla città senza curiosità delle cose del mondo. Una sola mi sarebbe di grandissimo sollevo, l'intendere qualche miglioramento di V. S. Ecc.ma, e particolarmente nel corpo: che quanto all'animo so che ha quella sanità et virtù maggiore che possi provenire da perfetta cognitione delle cose humane; ma so però certo che ogn'huomo è huomo, et constando di corpo et d'anima, li beni et mali di una parte si comunicano all'altra. Dio Nostro Signore la consoli, come instantemente Lo prego: et a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma bacio le mani, come anco a quel degno Padre delle Scole Pie(88), delle cui singolari qualità il godere la compagnia di V. S. mi è più che mille testes.
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