Intesi dal P. Clemente, con molto mio disgusto, come V. S. era travagliata crudelmente da' soliti dolori: piaccia a Dio che io senta adesso qualche nuova della sua intera salute, mentre co 'l fine affettuosamente la reverisco.
Da S.ta Maria a Campoli, 24 Maggio 1639.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevotiss.mo e Oblig.mo Se.re
P. Alessandro Ninci.
3879**.
VINCENZO RENIERI a CLEMENTE SETTIMI [in Firenze].
Genova, 27 maggio 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIV, car. 72. - Autografa.
Molto Ill.re e molto R. P. in Christo Oss.mo
Non ha occasione alcuna la P. V. molto R. d'accusar mancamento alcuno per non haver potuto attendere alla correzione del mio libro(103), non havendo ella in ciò altr'obbligo che quello che le ne poteva far credere la sua cortesia; perciò sono superflue meco le scuse.
Io pensava d'esser, subito fatto Pasqua, in Fiorenza: ma mentre era apunto per partire, mi sopravenne la febre, che con alcuni termini di terzana non ha mancato di farmi dubitare; e benchè, per gratia di Dio, sia libero afatto, per ogni modo non sono in istato di poter fidarmi di viaggiare prima de' freschi. Tanto la suplico di far intendere al Sig.r Galileo: al quale potrà sogiungere che dalle osservazioni fatte, e che da pochi giorni in qua ho di nuovo incominciate, spero d'haver agiustato assai bene il moto delle Medicee; ma che ogni volta più mi confermo che questo moto del primo mobile che è stimato tanto uniforme, habbia qualche alteratione, non essendo possibile che nel moto de' Pianeti Medicei siano le variationi che talhora vi scorgo di due o tre gradi, massime in questo tempo che la prostapheresi dell'orbe è pochissima.
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