Ho memoria che due volte venero soggetti di gran stima a trattare col P. Maestro Paolo di gloriosa memoria, che intorno a tal soggetto sempre andava meditando: uno di questi era un Scozzese, che havea in sè stesso la persuasione certa di esservi arrivato, l'altro un Tedescho, c'havea pure la medesima fantasia; et furono ambidue disinganati dal sudetto Padre Maestro, che non haveano colpito, ma erano lontani quanto ogn'altro ingegno che vi si sia intorno travagliato. Forsi che questo gran secreto era risservato al Sig.r Gallileo, inventore et dimostratore di tante meraviglie. So bene che una tal inventione non si rimunerarebbe col dono di un regno; et perciò un picciolo regalo ricusato per non havere potuto compir l'opera mi parerebbe un affronto notabile a quel Principe che l'ha fatto, et a modo nessuno consigliarei il rimandarlo. Ma che si tratta forsi di religione o di fede? et forsi è il comercio humano dalla tiranide inaudita ridotto a tale, che un ingegno divino et adorabile non può essere riconosciuto da un Prencipe di un segno di honore et stima?
Al mio ritorno le scriverò più in lungo; frattanto ha il mio parere: et facendo riverenza al Sig.r Ecc.mo Geri(143) et al R.mo Padre Rinieri, a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma prego sollievo maggiore o patienza, et li baccio le mani.
Ven.a, li 23 Luglio 1639.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo Ser.
F. Fulgentio.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r, Sig.r Col.oIl Sig.r Gallileo Gallilei.
Fiorenza.
3897*.
GALILEO a [GIO. BATTISTA BALIANI in Genova].
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