Ai dieci del mese avvenire spero di inviarmi alla volta di Firenze; tratanto mi conservi la sua gratia, e le bacio affettuosamente le mani.
Di Genova, li 19 di Agosto 1639.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Oblig.mo e Dev.mo Ser.reD. Vincenzo Renieri.
3908**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO [in Arcetri].
Roma, 20 agosto 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 159. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Mando a V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma l'inclusa scrittura(184) fatta da me in proposito della difficoltà che intravviene di macinare nei molini che sono sopra il fosso dell'emissario del lago di Perugia; nella quale scrittura ho ancora promosso l'orinale a contemplare l'abbassamento del lago, cagionato dalla sublimazione che fa il calore del sole, massime in tempi estivi, intorno al quale particolare mi si è scoperto un largo campo di filosofare, e vado distendendo qualche cosetta, per quanto comporta la mia debolezza. Se mi succederà di fare cosa che mi para degna d'essere vista, ne darò prima parte a V. S. Ecc.ma In tanto, forsi per l'ordinario che viene, li mandarò la copia di una lettera(185), nella quale dichiaro un particolare, anzi il punto principale, del mio trattato Della misura dell'acque correnti, e credo che ella haverà gusto; non perchè habbia bisogno appresso di lei di dichiararmi meglio, ma perchè sentirà un modo assai stravagante che ho ritrovato per rappresentare a qualsivoglia cervello il mio pensiero. In tanto li fo riverenza, assicurandola che li sono quel servitore di sempre.
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