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      Sono però fuori di speranza affatto che si habbia da mettere in prattica mai, ancorchè l'utile sia così manifesto; e mi vado confirmando poichè si è dato orecchio a un tale, quale ha proposto di cavare l'acqua dal lago con ingegni e machine maravigliose, ed ha promesso di cavare tanta acqua che farà macinare continovatamente una macina, che verranno ad essere undeci molini. È stato qui in Roma, ha negoziato, ed ottenuto patenti e brevi di fare l'impresa. Non ha però avvertito di farci mettere clausule tali, che avvalorassero le sue invenzioni; e però, ritornato a Perugia, dopo havere fatta una buona spesa, tutto gli è riuscito vano, e solo ci ha guadagnata una gagliarda febbre con petecchie, e non so hora come la passi.
      Io ho risoluto di attendere da qui avanti al vino e lasciar l'acqua: dico di attenderci in prattica; ma in speculativa(219), da diversi accidenti che si sono osservati nella corrente siccità e da alcune osservazioni mie particolari, congiongendo tutto con le conseguenze dependenti da quel poco che io ho scoperto nel mio trattato Della misura dell'acque, inclino assai ad affermare che l'origine de' fiumi e di fontane dependa tutto da queste conserve d'acqua, delle quali parte si scoprono manifeste, come sono i gran laghi, e parte sono riposte nelle segretissime viscere della natura. La materia è bella, assai vasta e sin hora ci trovo di gran riscontri. Non so come mi riuscirà spiegarla: andarò faticando e farò quello che potrò, e di tutto darò parte a V. S. Ecc.ma, alla quale fo riverenza.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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