Io, che sono inclinatissimo a specular intorno alla verità delle cose, ancorchè poco mi riesca farlo bene, amai meglio tentar la mia fortuna con tentar di dimostrarlo anche io, e credo che mi sia riuscito; e con occasione che mi è convenuto ristampar un foglio della mia operetta, per un errore trascorsovi per colpa parte del riccoppiatore o dello stampatore o parte mia, nella correttione degl'errori di stampa vi ho succintamente inestato la detta dimostratione.
Ho havuto per bene di darne parte a V. S. e mandarle una copia di detta mia operetta così racconcia, pregandola che la faccia degna di star in un canto della sua libraria, con stracciar l'altra che le mandai prima, che non vorrei che vi stesse in alcun modo. Io credo che sia buona dimostratione, supposto per principio che la proportione degli spatii si compone della proportione dei tempi e delle velocità; e ne ho fatto una gionta alla dichiaratione del settimo postulato, facendola nascere dalla propositione decima quinta. Ho voluto mandargliele tale quale è, se ben con poca speranza che senza veder le figure possa dirmene intieramente il suo senso. Con questa occasione spero anche nel fin dell'opera haver dimostrato, che ove il cadente gionge e si muove sopra il piano orizontale, fa, in tempo uguale, moto per ispatio doppio a quel che fece cadendo tanto perpendicolarmente quanto sopra piano comonque sia inclinato.
So che V. S. sarà contenta di vedere che io, ancorchè pigmeo nelle lettere, aspiri ad emular con i giganti, e che ella mi habbia data occasione di far qualche belle speculationi, se pur son tali, e che se pur mi ha fatto beneficio, l'habbia fatto a persona che gliene tien animo grato, e lo dimostra, se non con altro, con essere partialissimo delle sue cose; e se bene quelle non han bisogno di maggior pruova, pare tuttavia una certa sodisfattione il vedere che le stesse conchiusioni si pruovino con principii tanto diversi.
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