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      Arcetri, 5 novembre 1639.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 105 bis. - Originale, di mano di VINCENZIO GALILEI.
     
      Ill.mo Sig.re [e] P.ron mio Colend.mo
     
      Haverei potuto dodici o quindici anni fa dare a V. S. Ill.ma assai maggior sodisfazzione di quella che potrò in questi giorni futuri, atteso che in quei tempi havevo il poema del Tasso legato con l'interposizione di carta in carta di fogli bianchi, dove havevo non solamente registrati i riscontri de i luoghi di concetti simili in quello dell'Ariosto, ma ancora aggiuntovi discorsi, secondo che mi parevano questi o quelli dovere essere anteposti(260). Tal libro mi andò male, nè so in qual modo: ora non mi parrà grave, per dare quello che più potrò di satisfazzione a V. S. Ill.ma, ripigliare detti poemi e fare una nota de i riscontri delle materie e concetti simili nell'uno e nell'altro; ma perchè mi è necessario servirmi degli occhi di altri, e la lontananza dalla città mi rende più raro il commerzio degli amici, mi sarà forza andare più lentamente di quello che vorrei.
      I Padri delle Squole(261) Pie nominatimi da lei si trovano lontani di qui, cioè l'uno a Siena e l'altro a Napoli: questo di Napoli(262) s'aspetta in breve; l'altro(263), che séguita il Sere.mo Principe Leopoldo, non sarà in Firenze insino a S. Giovanni. Intanto sendo venuto da me il molto Rev.do Padre D. Vincenzio Renieri, monaco Olivetano, mi ha fatto grazia di aiutarmi a notare alcuni de i sopradetti riscontri, e sono questi che li mando qua di sotto. Secondo le oportunità che mi si presenteranno, anderò facendo qualche cosa e participandonela, e per la prima occasione soggiugnerò qualcuno de i motivi che mi fanno anteporre nella maggior parte de i paralleli(264) l'Ariosto al Tasso; [se] bene per meglio definire tali controversie ci vorrebbono disc[orsi] in voce e repliche di molte ore, che per metterli in [car]ta sarebb[ono] di molte settimane: opera che a me non sarebbe grave, se per me solo io potessi effettuarla; ma anderò facendo di passo in p[asso] q[uello] che più si potrà. Per ora gradisca la prontezza dell'animo, e scusi la debolezza delle forze.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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