Di Arcetri, li 11 Decembre 1639.
3950.
GALILEO a [BENEDETTO CASTELLI in Roma].
Arcetri, 18 dicembre 1639.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VI, car. 103. - Copia di mano del sec. XVII, in capo alla quale si legge, dello stesso carattere: "Copia dell'originale".
Rev.mo P.re e mio P.ron Col.mo
Questa mattina mi è stata resa la gratissima della P. V. Rev.ma(281) da' pittori da lei inviatimi e commendatimi. Gli ho ricevuti con quel maggior affetto che dalla miseria dello stato mio mi è concesso; gli ho fatto offerta della casa e di tutto quello in che io potessi compiacergli: et a lei devo render grazie del mettermi(282), appresso huomini virtuosi, in concetto molto maggiore di quel ch'io merito.
Sono stato molte settimane con ansietà aspettando sue lettere e sue scritture intorno a varie speculazioni già da lei accennatemi, alle quali sento che ne aggiungerà(283) altre bellissime(284), cioè della calamita(285), del terremoto, con quella dell'origine de' fiumi, e più l'ultima che mi accenna(286) delli sfiatatori per l'acque correnti in canali sotterranei. Tutte sto avidamente attendendo, essendo sicuro che sentirò speculazioni ingegnose e, quel ch'io stimo assai, nuove, e non raccolte da varie chimere d'altri.
Della sua prospera sanità ne ho havuto avvisi dal P. Clemente, dal Sig.r Tomaso Rinuccini, et ultimamente da' sopradetti pittori(287). Fu anche circa tre settimane fa a visitarmi il P. Ambrogio delle Scole(288) Pie(289), il quale mi riuscì un soggetto molto laudabile e col quale tenni lungo ragionamento(290) di lei, sentendo da tutti parlarne come merita, cioè come di huomo adornato di ogni scienza e colmo di virtù, religione e santità. Io mi pregio(291) d'esser conosciuto per suo strettissimo amico, e mi consolo nelle mie afflizioni del sollevamento(292) che so certo che mi arrecano le sue orazioni, le quali la supplico a continuarmi; e mentre gli auguro felici le SS. Feste prossime, con reverente affetto le bacio le mani.
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