177. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.or, S.or P.ron Col.mo
Io ne' libri di V. S. ammiro la somma perspicacia d'ingegno, che con indicibile solertia ritrova dogmi non volgari, et con isquisita sottigliezza conferma sentenze pellegrine; ma nella sua lettera de' 24 del passato(307) particolarmente riverisco un'incomparabile modestia et ingenuità, che la trasporta ad eccesso di lode degli scritti altrui, benchè non conformi alla sua opinione. Questi è frutto di sincerità singolare d'huomo d'alto sapere(308) e di candidissimi costumi, se bene li encomii che mi dà V. S. provengono in gran parte dall'amor che mi porta: del quale si assicuri di essere da me veracemente contracambiata cum foenore magnae venerationis, ancorchè l'intelletto mio non arrivi sempre all'altezza delle sue contemplationi; d'onde procede che ne' miei scritti la riverisco spesse volte sì, ma talhora non apprendo le sue opinioni, et in particolare quella del riflesso del lume solare dal globo terrestre nel corpo della luna, per le cagioni che facilmente V. S. haverà potuto vedere nel cinquantesimo capo del mio Litheosphoro ultimamente mandatole, le quali io le notifico per ubidire a' suoi comandi, non già a quel fine che la sua rara cortesia mi propone nella stessa lettera, posciachè io non mi arrogo tanto, cedendole in ogni cosa, ma principalmente nelle mathematiche, delle quali io la riconosco veramente principe e padre nell'età nostra. Attendi a conservar sè nella sanità che può maggiore, et me nella sua buona gratia; che io per fin di questa le bacio affettuosissimamente le mani.
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Litheosphoro
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