Qui viene ogni giorno dimandato l'opera del Sig.r Gallileo de motu terrae: io credo che sia un equivoco, et vogliono dire li Dialoghi ultimamente stampati in Ollanda, che è bene una gran cosa che non ne vengano di qua mandati. È così impressa nell'animo degl'intendenti la dottrina dei primi Dialoghi di V. S., che tutto quello ch'ella scrive vorrebbono li virtuosi che fosse nel medesimo soggetto: e pure in quello ella è stata puro dilucidatore, che in quest'altri è inventore di cosa non più capitata nella mente degl'huomini. Io, a dirle il vero, sono qualche volta in colera con V. S., et sempre che lei mi biasma e vitupera quei suoi primi Dialoghi mi fa alterare; perchè io dico a tutti, et è vero, che più tosto mi lasciarei torre tutti li libri che restar senza quel solo del Sistema. In nome di Dio, V. S. lasci latrar contro di quello coloro che hanno per impresa destrugger ogni verità et ogni parto d'ingegno non ordinario, et lasci quell'opera incomparabile sotto la persecutione, ma non così bella prole mal voluta dal suo genitore; lasci che quel figlio corra la fortuna del padre, il quale dalla persecutione riceve tant'alta gloria, quanta dall'incomparabile sublimità del suo ingegno. V. S. si consoli, come fanno tutti li huomini non ordinarii, chè la persecutione consacra le sue fatiche all'immortalità. Et con ogni affetto le bacio le mani et prego tranquillità.
Ven.a, li 14 Gen.o 1640.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDiv.o Se.r
Fra Fulg.o
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
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