E subito che mi capiti, le ne darò parte.
Il Sig. Bulialdo ha ricevuto per segno di gran favore la lettera che V. S. molt'Ill. gli ha scritta(353) e l'onorato giudicio che si è compiaciuta fare del suo libro, avendogli letto, come V. S. mi ha ordinato, quello me ne ha scritto, in particolare come, essendo esplicato in dimostrazioni e figure lineari, delle quali senza la vista è impossibile restarne capace, V. S. molt'Ill. non glie ne ha potuto scrivere se non in generale circa il concetto dell'opera ed il modo di trattare, molto approvato da lei. Con ciò reverentemento le bacio le mani, pregandolo dal Cielo ogni desiata felicità.
3970.
VINCENZO RENIERI a [GALILEO in Arcetri].
Genova, 17 febbraio 1640.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 180. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio Sig.re e P.ron Col.mo
Mi è pervenuto alle mani il libro del Sig.r Liceti, ed ho letto il cap. 50, conforme V. S. Ecc.ma mi scriveva ch'io facessi. Se debbo dirle liberamente il mio senso e con quella confidenza che passa tra noi, a me pare che questo Signore non solo non intenda bene l'opinione di V. S. Ecc.ma, ma ne anco la propria: quella di V. S. Ecc.ma(354), perchè, pretendendo che la luna nella quadratura e nel novilunio, per esser egualmente distante dalla terra, egualmente anco dovesse esser da quella illuminata, mostra di non capir bene che nella quadratura la sola metà del'emisferio terrestre ribatte la luce del sole, là dove vicino al novilunio tutto l'emisferio lo riflette; la propria non mi par che capisca, perchè volendola appoggiare al lume crepuscolino dell'aria ambiente la luna nella parte aversa a i corni illuminati, da V. S. Ecc.ma introdotto, non so poi vedere come vogli addattar questa luce a tutto il resto del disco lunare, se forsi e' non credesse che in terra, quando a noi comincia l'aurora, cominciasse anco nel Perù e nella Spagna, il che sarebbe poi error più massiccio.
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