E perchè lei mi tocca dello stampargli, bisogna ch'io gli dica che ho un concetto e qualche principio di voler fare un libro De stellis fixis, nel quale io harei da ponere questi sopradetti aspetti e molte altre cose, alcune dimostrativamente, alcune per altra via probabili; perchè io vorrei dire del numero, del luogo, della grandezza, della luce, della sostanza, del moto, della natura e delli effetti loro, in ciascuno de' quali harei qualche cosa, credo, di singolare. Per esempio, del numero, io ho nelle Pleiadi stelle 52, e con gl'occhi se ne veggono 6 sole; e di tutte ho la loro longitudine e latitudine e grandezza, che arrivano ad essere insino di 12 grandezze. Del luogo, intendo di poter dimostrare una distanza loro di centinara di volte più della creduta; dal che deriva, la grandezza loro esser molta, ma forse non maggiore di quella del sole. Al che succede che la luce loro sia propria come la del sole, e però che esse et il sole siano tutte d'una sostanza, la quale, detto a V. S. Ill.ma in somma confidenza, non è altro che lapis candente; e dedurrò qualche bizzarra e forse bella speculattione per prova. Ma che dirà poi ella, se io gli dirò che mostrerò il moto loro essere inuguale ne' momenti del tempo, sì che le vanno a salti o, per meglio dire, a scosse o trepidando? Mi manca ancora di far le osservattioni come in diverse hore si muovano di differente velocità, il che è l'ultimo mio e principale scopo. In un'altra parte poi bisognerebbe parlare della natura et effetti loro, ponendo gl'aspetti detti e le osservattioni di loro, con rinvergare la dottrina antica di quei gradi lucidi etc.; e poi ci vorrebbono i calculi loro a tutti i poli, del quale ho fatto principio per a due secoli, ciò è al 1600 et al 1700, acciò sia commodo per cento anni avanti e doppo, ciò è dal 1500 al 1800 al meno, secondo la correttione loro fatta da Ticone.
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Pleiadi Ticone
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